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Bologna che pochi ricordano
"La selva turrita"
Bologna, all'ombra delle Torri.



Quante torri siano state innalzate a Bologna tra il XII ed il XIII secolo, con esattezza nessuno lo sa. Il primo ad occuparsene in maniera sistematica è stato un senatore del Regno d’Italia, il Conte Giovanni Gozzadini che, all'inizio del 1800, nel tentativo di dare lustro alla nostra città nel contesto di una Italia unita, si è dedicato alla storia di Bologna. Partendo dai documenti di compravendita ritrovati negli archivi cittadini, e cercando di risalire ai passaggi di mano, il senatore ha concluso la sua ricerca affermando che più di 180 torri, torresotti e case torri, affollavano lo skyline di Bologna verso la fine del 1200. Le torri sono state, ed ancora oggi sono, uno dei tratti più caratteristici della città. Costruzioni di origine medievale con funzione sia militare (di segnalazione, di controllo e di difesa), sia civile, rappresentano un tesoro verticale, simbolo del potere e del prestigio sociale delle più ricche famiglie nobili, in corsa per le investiture imperiali e papali.
 
Otto secoli fa, la costruzione di una torre era sicuramente un’impresa onerosa e molto impegnativa. Il cantiere per la costruzione di una torre alta circa 60 metri, poteva durare anche dieci anni ed impiegare come operai un gran numero di servi. All’epoca, non esisteva un progetto vero e proprio, ma si procedeva piuttosto alla stesura di istruzioni facili da intendere sia per l’appaltatore sia per il committente. Il perimetro del quadrato (o del rettangolo in alcuni casi) al suolo veniva disegnato con uno strumento a corda annodata. L’unità di misura era il piede bolognese, corrispondente a circa 38 centimetri. Si procedeva quindi allo scavo delle fondamenta, profonde circa sei metri, fino al raggiungimento di uno strato di argilla in grado di reggere il peso della costruzione. Sul terreno compattato a colpi di mazza, dopo la posa di uno strato di tronchi di rovere ed un impasto di ghisa, sabbia, calce e sassi, si posava la base di blocchi quadrati di selenite, sovrapposti gli uni agli altri. Seguendo la tecnica della muratura a sacco, si erigevano così due muri in mattoni, quello interno molto più spesso di quello esterno, uniti da una struttura pure in mattoni e solidificata con un impasto di malta. Mano a mano che si alzava la torre, il muro interno era sempre più leggero. L’ultimo tratto era di soli mattoni.
 
Edifici di difesa, grazie ad alcuni accorgimenti adottati in fase di costruzione, le torri consentivano alle famiglie di proteggersi dai propri nemici concittadini. I punti di accesso, se addirittura non erano fossi scavati nel pavimento e muniti di botole, venivano rialzati ad un livello tale rispetto al pian terreno da permetterne l’accesso solo con scale a scomparsa, rimovibili all’occorrenza. Dotate di mura spesse e massicce alla base, per il medesimo fine difensivo, le finestre erano solitamente di dimensioni talmente ridotte, soprattutto ai piani inferiori, da essere poco più che delle feritoie.
 
Misura di ricchezza e potenza del casato che vi abitava, l’altezza della torre spesso ne metteva a repentaglio la statica e la sicurezza dell’edificio. La corsa al primato verticale, che doveva svolgersi comunque e sempre nel rispetto del limite dell’altezza della torre comunale, fu quindi la principale causa della scapicozzatura dei piani alti delle torri.
 
Delle circa duecento torri medievali che facevano di Bologna una inespugnabile Manhattan, solo una ventina di costruzioni sono sopravvissute a terremoti, fulmini ed incendi, invasioni e guerre, sacrileghi scempi ed immotivate demolizioni. La Torre Alberigi, del 1100, alta circa 30 metri e situata all’inizio di Via Santo Stefano, è nota per il negozio più antico della città aperto alla sua base e per il notevole accesso a ponte levatoio. Ancora più incredibile è l’entrata della Torre Galluzzi, costruita nel 1257 nell’omonima corte. L’accesso originario infatti non è l’ingresso al piano terra, costruito ai giorni nostri, ma la porticina posta a mezza altezza, alla quale era possibile accedere tramite un ponteggio mobile dall’adiacente palazzo nobiliare. La Torre Prendiparte, detta anche coronata per la decorazione sulla sua cima, fu adibita a prigione vescovile, ed ancora oggi, sono visibili i disegni e le scritte lasciate dai prigionieri sulle pareti delle minuscole celle. La Torre Azzoguidi, detta Torre Altabella per le sue pareti perfettamente verticali al suolo, da il nome alla via dove è stata eretta. La Torre dell’Arengo, che si eleva per 47 metri sulla volta del Palazzo Potestà, custodisce al suo interno la campana del Fioravanti. Per ultime vogliamo ricordare, questa volta tristemente, le Torri Artenisi, Guidozagni e Riccadonna che, se non fossero state abbattute agli inizi del secolo scorso a seguito dell’approvazione del nuovo piano urbano regolatore proposto dai progressisti “demolitori”, nonostante l’opposizione di intellettuali conservatori appoggiati da D’Annunzio, avrebbero reso Piazza Ravegnana un capolavoro turrito.
 
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Alla Torre degli Asinelli ed alla Torre Garisenda, torri simbolo della nostra città, dedicheremo il debito tempo ed il dovuto spazio.
 
 
 
             
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"Colazione a buffett di qualità"
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"Eccellente posizione, camera grande e molto pulita, bagno pulito e assolutamente funzionale. Colazione a buffett di qualità"



nuovohoteldelporto it 3-it-39245-la-selva-turrita 016 Antonio

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"Staff eccellente"
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posizione ottima,staff gentilissimo, l hotel è pulito e c'è davvero tutto quello che puo servire per un soggiorno confortevole.Si trova a soli 10 min dalla stazione dei treni e vicinissimo al centro storico di Bologna. Le stanze sono spaziose e silenziose, adatto per un viaggio di lavoro o semplicemente per godersi la città



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"Comodo per la sua posizione centrale"
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L'accoglienza è stata assolutamente cordiale. Sebbene il chek-in fosse dalle 15, ho telefonato prima delle 13 per sapere se avrei potuto posteggiare in anticipo, e mi hanno assicurato che non solo potevo recarmi subito per parcheggiare, ma che anche l'appartamento sarebbe stato già pronto. Il monolocale è a pochi metri dalla sede dell'albergo e affaccia su un grazioso cortile. E' decisamente spazioso. La cucina è ben attrezzata. Bello il bagno. Un grande letto, divano, poltrona, TV, impianto stereo completano l'appartamento. Il pavimento è di parquet. Unico inconveniente un sottile rumore di fondo (forse il frigo) e la calderina che si accende con frequenza, forse perché in bagno funziona ancora il riscaldamento. Comunque, se dovessi tornare a Bologna, non esiterei a fare la stessa scelta.



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Martedì 19 Marzo 2024
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Mercoledì 20 Marzo 2024
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Domenica 24 Marzo 2024
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