Sembra il favoloso nome di un incantesimo, o un breve scioglilingua in rima. Ed invece, Petronio é il patrono di Bologna e questa che stiamo per raccontarvi è la sua incredibile storia.
Notizie certe su Petronio quasi non ce sono, tanto che qualcuno è arrivato anche a dubitare della sua reale esistenza. Un personaggio creato, si potrebbe pensare, per soddisfare il bisogno dei bolognesi di un grande patrono per la grande loro grande città. Dunque, mettendo insieme più fonti, più o meno autorevoli, Petronio nasce in uno dei primi anni del 400 dall'omonimo padre che ricopre una delle più importanti cariche dell'Impero Romano d'Occidente nelle terre della Gallia, dove cresce, e dove riceve un'educazione monastica per amore della quale intraprende la via del sacerdozio fino alla dignità episcopale. È dal 430 che guida infatti, ottavo vescovo, la diocesi di Bologna, fino al 450, anno in cui, presumibilmente, muore.
Se le date siano esatte ed i riferimenti storici precisi, a noi poco importa. Ciò che qui interessa è il mito del Grande Petronio, patrono indiscusso dei bolognesi, vero ricostruttore della città, paladino e protettore della sua libertà ed autonomia, intraprendente ideatore e promotore di prestigiose istituzioni cittadine, simbolo di rinascita, rinnovamento e grandezza cittadina. Per i Bolognesi, Petronio viene nominato loro vescovo dal pontefice di allora dietro il suggerimento ricevuto in un sogno nientemeno che da San Pietro. Per i Bolognesi è Petronio che vuole ricostruire la loro città, che vuole ampliare il meraviglioso complesso delle sette chiese in santo Stefano e pure il circuito delle mura a protezione dei cittadini contro ogni forza di tirannia straniera. Per i Bolognesi é Petronio che fonda la nostra università, lo studium, la più importante istituzione culturale della Bologna medievale.
E poco ci importa ancora se sia solo leggenda, ma i bolognesi raccontano che un giorno, presente sul cantiere di piazza santo Stefano, Petronio abbia protetto da schianto e da morte certa un muratore operaio sollevando con la sola forza della sua mano e della sua santità la colonna che lo avrebbe schiacciato a terra.
Fu così popolare in vita, che i fedeli bolognesi si contesero, defunto, le spoglie del loro vescovo. Rinvenute il 4 ottobre 1141 (da qui la festività) nel Santuario della Basilica di Santo Stefano da lui stesso fatto costruire, vennero reclamate dai fedeli della Basilica di Piazza Maggiore a lui dedicata. L'annosa questione, dopo diversi episodi di maneschi litigi, finì davanti al tribunale di Roma e venne risolta da un tantino macabro ma efficace compromesso.
"Sia portata la testa del santo patrono nella basilica di San Petronio e venga conservata nella seconda cappella a sinistra, mentre il resto del corpo rimanga nel sepolcro di santo Stefano e li riposi pure in pace fino all'anno duemila quando, per volere del cardinale, potrà raggiungere e ricongiungersi finalmente al proprio capo".